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2020-06-10

Cosa fare in presenza di disartria dopo un ictus o un trauma cranico. La parola alla logopedista.

Cosa fare in presenza di disartria dopo un ictus o un trauma cranico. La parola alla logopedista.

La disartria è un disturbo motorio del linguaggio in produzione, che si instaura nel soggetto in seguito ad un danno neurologico di varia localizzazione. Il danno è costituito da qualsiasi condizione in grado di interrompere il flusso di impulsi motori coinvolti nella produzione del linguaggio, e che porta con sé alterazioni a carico della funzionalità dell’apparato pneumo-fono-articolatorio, responsabile in particolare della corretta produzione dei suoni del linguaggio, della voce, della mimica facciale.

“La persona con disartria non ha dunque alcuna difficoltà a comprendere il linguaggio, 
ma fatica a produrlo proprio perché è compromessa la motricità e la coordinazione
degli organi e dei muscoli che permettono il linguaggio. “

 

In questo caso l’ictus  o il Trauma Cranico rappresentano gli eventi scatenanti. Nel caso si verifichi un danno in regioni quali i nuclei della base, il cervelletto, il sistema piramidale ed extrapiramidale, nelle regioni destre del cervello [etc..], può comparire una sintomatologia disartrica.

Esistono ben 7 tipi diversi di disartria, in base alla regione del sistema nervoso che viene colpita e dunque al tipo di disturbo che ne consegue. In alcuni casi i muscoli risultano molto flaccidi e deboli, in altri molto contratti quasi impossibili da muovere, altre volte la voce è flebile, altre volte rauca, altre ha una tonalità aspra.

Ne risulta in generale un eloquio impastato, difficile da articolare, lento ed impreciso, la potenza fonatoria è scarsa e la coordinazione pneumo-fono-articolatoria è inefficiente.

Visto che sono proprio i muscoli ad essere colpiti, anche l’espressività del volto e l’articolazione del linguaggio potranno risultare alterate.

Nonostante la diversità di situazioni che si possono presentare ciò che accumuna tutte queste forme è proprio la fatica fisica che la persona percepisce quando parla
e lo sforzo che può essere più o meno visibile in base alla gravità del problema.”

Alla disartria possono essere associate altre problematiche quali ad esempio la disfagia, ovvero una alterazione nelle abilità di deglutire cibi solidi e/o liquidi.


Cosa fare dopo?

È importante che la persona colpita  che presenta disturbi del linguaggio di qualsiasi tipologia si rivolga ad un logopedista il più tempestivamente possibile.

Il logopedista è il professionista sanitario specializzato nella valutazione e trattamento dei disturbi della comunicazione e del linguaggio in tutte le fasce d’età, che, in presenza delle problematiche sopracitate valuta le abilità di linguaggio della persona e imposta un programma di intervento finalizzato al miglioramento del deficit comunicativo-linguistico.


Che cosa fa il logopedista in presenza di disartria?

Step 1: la valutazione

Per poter capire quali siano le abilità deficitarie, il loro livello di compromissione e quali invece i punti di forza del soggetto, il logopedista si serve di un’iniziale seduta di valutazione. In questa sede egli valuta accuratamente attraverso prove cliniche e protocolli validati e standardizzati le difficoltà della persona nella sfera comunicativo-linguistica e oro-alimentare.

Step 2: il trattamento logopedico

Conclusa la valutazione, sarà il terapista a decidere quale programma di trattamento sia più efficacie per la persona in base alla problematica specifica.

Gli studi concordano sull’efficacia, per la riabilitazione dei disturbi motori del linguaggio e della voce, di una riabilitazione organizzata in sedute mono o bisettimanali, all’interno di cicli di trattamento. In base alla problematica si costruisce un programma terapeutico che va a toccare tutte le funzioni deficitarie, stimolando sia le abilità di propriocezione, quando compromesse, sia servendosi dell’esercizio attivo per migliorare la prestanza della muscolatura coinvolta nei processi pneumo-fono-articolatori. Gli esercizi prendono dunque in considerazione sia il singolo distretto sia il più ampio processo di emissione del linguaggio e della voce che costituisce un vero e proprio engramma motorio.

L’obiettivo del trattamento è proprio permettere al paziente di ritornare a parlare facendo meno fatica,
ripristinando la modalità di eloquio e le caratteristiche della voce della persona.

In base alla gravità del danno neurologico la terapia logopedica può essere più o meno risolutiva. Sicuramente la persona trae grande beneficio dal percorso riabilitativo perché viene guidata dall’esperto ad utilizzare meglio le strutture che le permettono di produrre il linguaggio, con meno fatica e meno compensi disfunzionali.

Nel caso sia associata disfagia, il logopedista interviene per ripristinare o migliorare le abilità di deglutizione, dopo accurata valutazione.

Il professionista può inoltre avvalersi di dispositivi medici riconosciuti quali NOVAFON® per la terapia a vibrazione locale a supporto della tradizionale terapia logopedica sopradescritta. Questo strumento risulta particolarmente utile per stimolare la propriocezione delle regioni intra-orali ed extra-orali, eliminare stati tensivi oppure favorire un maggior reclutamento muscolare.

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