Tornano i giudizi descrittivi alla scuola primaria, al posto dei voti in decimi. È quanto stabilito nella Ordinanza del 4 dicembre emanata dal Ministro dell’Istruzione. Quindi, dal corrente anno scolastico 2020/2021 la valutazione periodica e finale degli apprendimenti sarà espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione:
Significa che quello che si sta imparando ha bisogno ancora di tempo per crescere.
Significa che quello che si sta imparando comincia a consolidarsi ma ha bisogno ancora di impegno.
Significa che quello che si sta imparando è chiaro e forte.
Significa che quello che si sta imparando è così sicuro da poterlo utilizzare anche in altre situazioni.
Immaginate una scuola primaria senza voti?
Quando pensiamo alla nostra esperienza scolastica, tra i ricordi più vividi che riaffiorano alla mente non mancano mai i voti: alti o bassi, temuti e fonte di delusioni e soddisfazioni, i numeri dall’uno, o addirittura dallo zero, al dieci sono parte integrante dell’idea di scuola che ci portiamo dentro.
La cultura della valutazione scolastica ha subìto negli anni diverse modificazioni, legata soprattutto ai vari cambiamenti dei titolari del dicastero dell’istruzione.
L’ultimo intervento è l’ordinanza del 4 dicembre 2020 in cui vengono stabiliti i 4 livelli di apprendimento dei giudizi descrittivi.
Per il Ministero dell’Istruzione il ritorno al giudizio descrittivo per ognuna delle materie scolastiche è importante perché permette una valutazione più trasparente ed esaustiva per ogni alunno; il voto numerico non permette di fare una disanima differenziata da studente a studente.
In tutto questo cambiamento non è sufficiente soltanto una ordinanza o una legge, occorre una puntuale azione formativa del personale docente e un necessario accompagnamento nei confronti dei genitori, aprendo un reale e costruttivo “dialogo educativo” convergente nella ricerca del “miglior bene” del bambino.
Ecco perché è importante un sostegno continuo, soprattutto in questo difficile periodo.