E’ normale?

SI’, è solo un bambino, sono i soliti capricci, è un po’ vivace, è il suo carattere…

NO, devi assolutamente portarlo dallo psicologo!

I nostri specialisti inseriscono le difficoltà emotive nel quadro delle dinamiche familiari e della fase di sviluppo psicologico

in cui si trova il bambino e dei compiti evolutivi che sta affrontando.

In caso di:

  • difficoltà nell’area relazionale (isolamento e costante ricerca dell’adulto, prepotenze e prevaricazioni tra coetanei);
  • disregolazione emotiva (inibizione emotiva ed eccessiva irrequietezza, reazioni di rabbia o pianto eccessive);
  • disturbi d’ansia con o senza somatizzazione (apatia, ansia scolastica, ansia da prestazione, nausea, mal di pancia, mal di testa, disturbi del sonno, enuresi e encopresi).

Non sempre sappiamo se considerarli parte dello sviluppo e del carattere del bambino oppure se preoccuparcene perché sintomo di un disagio.

Una prima valutazione da fare è monitorare la durata (più di 6 mesi), la generalizzazione in diverse situazioni (a scuola, a casa, dai nonni…) e la non risoluzione con gli strumenti educativi solitamente utilizzati dai genitori.

Soprattutto quando i genitori sentono di non avere gli strumenti per migliorare lo stato emotivo e relazionale del proprio figlio, nonostante abbiano già adottato diverse strategie, può risultare risolutivo consultare lo psicologo dell’età evolutiva.

Questo approccio si concretizza in:

  • colloquio psicologico clinico con i genitori;
  • osservazione delle competenze relazionali, comunicative e cognitive del bambino in contesto di gioco clinico strutturato;
  • osservazione del sistema di attaccamento genitori-bambino;
  • trattamento psicologico rivolto al bambino attraverso il metodo ERE™;
  • interventi di parent-training e/o eventuale terapia familiare.

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Da oggi la consulenza è possibile anche on line.