3 Agosto 2021
Queste le parole con le quali si è concluso il percorso di riabilitazione cognitiva di un giovane paziente giunto presso il Centro Medico Rindola a seguito di un trauma cranico da incidente stradale.
Ma come è cominciato tutto e come siamo arrivati qui?
Luca (nome di fantasia) quasi un anno fa affronta un ricovero ospedaliero a causa di una caduta traumatica da bicicletta.
Nonostante un buon recupero durante la degenza, una volta dimesso si accorge di non essere più quello di prima: si sente insicuro, “sbadato”, dimentica gli appuntamenti, ciò che prima lo entusiasmava ora lo infastidisce.
Tutto questo provoca ansia e a cascata produce cambiamenti a livello sociale e lavorativo.
Arriva quindi al Centro Medico Rindola riferendo questi mutamenti e mostrandosi motivato ad intraprendere un percorso che possa permettergli di riprendere in mano la propria vita.
Essendo l’ambito lavorativo quello in cui vengono percepite maggiori difficoltà, si concordano insieme alcune strategie per la gestione delle lunghe giornate lavorative e si propone di effettuare una valutazione neuropsicologica, esame degli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali essenziale a seguito di un trauma cranico.
La valutazione conferma in maniera oggettiva i deficit che Luca riporta a livello soggettivo: fatica a gestire più cose insieme, difficoltà a mantenere in memoria e al tempo stesso manipolare le informazioni, eccessivo sforzo per filtrare le informazioni.
Inizia quindi il suo percorso, nel quale impara ad osservare le proprie difficoltà e a trovare delle soluzioni, ma anche a capire perché tutto questo sta accadendo.
Prende coscienza delle ricadute funzionali nella vita quotidiana, ma anche delle proprie risorse e lavora direttamente sulle sue funzioni cognitive tramite software riabilitativo.
Diventa consapevole del fatto che il cambiamento causato dal trauma cranico non deve necessariamente essere percepito come minaccia, dolore o preoccupazione. Impara invece che cambiamento può essere sinonimo di crescita e miglioramento e dice “mi osservo un po’ dall’esterno e vedo un Luca 1 ed un Luca 2, ma non sempre il confronto è negativo!”
E a distanza di 4 mesi il miglioramento è concreto:
la seconda valutazione neuropsicologica rileva un miglioramento in tutti i punteggi
e Luca torna a svolgere con facilità quello che sino a qualche mese prima faticava a portare a termine.
Se per Luca il percorso di riabilitazione è stato determinante, per me lo è stato altrettanto.
Un percorso fatto di motivazione, consapevolezza e duro lavoro con un unico obiettivo finale per entrambi: essere un’opportunità di crescita e di cambiamento.
Dott.ssa Valentina Soffia