28 Luglio 2023

Generare un significativo e percepibile impatto sulla qualità della vita di persone che si trovano ad affrontare gli esiti di un evento neurologico: questo è l’obiettivo prioritario del Centro Medico Rindola, che ha fatto da guida anche nel percorso di Laura, che giunge presso il nostro centro verso fine marzo.
La sua storia clinica è piuttosto complessa.
Laura, ancora molto attiva, impegnata e in attesa di progetti futuri in campo lavorativo improvvisamente viene colta da una febbre persistente a cui si aggiungono nausea, vomito e successivamente uno stato confusionale e dopo molti esami si arriva alla diagnosi di leptomeningite a probabile eziologia virale ed epilessia secondaria. Il percorso in ospedale la vede ricoverata prima in rianimazione per circa un mese, poi in neurologia ed infine in riabilitazione.
Agli inizi di marzo nonostante tutto il percorso riabilitativo effettuato in ospedale, la situazione è ancora molto complessa: Laura fatica a camminare, a finalizzare i gesti, non riesce a dormire e fa continui incubi, fatica a ricordare, a concentrarsi o a formulare una frase e mostra un generale torpore sia fisico, che mentale.
A metà marzo viene presa in carico dal Centro Rindola dove la nostra equipe formula un progetto riabilitativo in cui vengono coinvolti anche i familiari.
Al primo colloquio Laura era molto affaticata, rallentata, ma nei suoi occhi aveva una luce che lasciava intravedere una forza di volontà superiore al danno subito. Sicuramente la riabilitazione le avrebbe richiesto tantissime energie che al momento ancora concretamente non c’erano, ma lei è stata in grado di raccogliere quelle che aveva dando il massino fin dalla prima seduta, sostenuta in ogni passo sia dal marito, che dalla figlia.
L’inizio non è stato semplice, Laura proveniva da tre mesi di ricovero nel corso del quale ha manifestato marcate alterazioni cognitive e comportamentali.
“La prima seduta” ricorda la stessa Laura al termine del percorso “mi appisolavo spesso e ricordo solo il suono della voce della terapista che mi chiamava per svegliarmi un po’”.
Inizialmente il riconoscimento e l’accettazione delle difficoltà causate dalla meningite è emotivamente molto difficile, sia per Laura, che per la sua famiglia, ma a poco a poco le difficoltà che si presentavano in seduta o a casa iniziano ad essere ricondotte all’evento neurologico e non ad altre cause esterne.
Ansia, preoccupazione per il futuro, timore di ricadere in questa rara malattia o di non tornare più come prima, autonoma e determinata hanno accompagnato Laura nella prima parte del recupero.
Proprio per questo la riabilitazione è stata integrata con un continuo supporto psicologico e strategie psico-educative condivise con tutto il nucleo.
Il desiderio di riconquistare la propria autonomia, di “camminare con le proprie gambe”, seppur talvolta barcollanti, danno a Laura l’energia per affrontare la riabilitazione a Rindola.
Durante il percorso vengono condividi ausili per la memoria, per l’attenzione, per la gestione della vita quotidiana al fine di aiutarla nel percorso di recupero.
Nel frattempo, con i familiari si condivide l’dea di “un tempo” necessario per il recupero: un tempo da lasciare a Laura in cui provarsi nuovamente e allenarsi ad un ritorno alla normalità.
Laura e i familiari spesso tendono a fare un paragone tra il prima e il dopo.
Ma è la stessa Laura, che per prima, non vede i cambiamenti necessariamente come negativi, e comprende di dover imparare a conoscere un nuovo lato di sé, talvolta più incerto e lento, ma non per questo sfavorevole.
Giunta alla fine del percorso, Laura ha iniziato anche a riaffacciarsi al mondo del lavoro e il prossimo obiettivo sarà quello di riprenderlo a settembre.
Adesso, dice Laura “Ho maggiori sicurezze rispetto all’inizio del percorso di riabilitazione, ma cerco comunque di non fare troppe cose insieme perché ho paura di confondermi e di sbagliare.
Ora nei momenti più faticosi, non mi abbatto: mi fermo un istante, il tempo che mi occorre per raccogliere le energie, e poi riparto!”.
Grazie Laura.

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