12 Luglio 2021
Una correlazione ormai purtroppo certa, che molte persone hanno sperimentato in tempi recenti confrontandosi con le conseguenze inaspettate di questa pandemia.
Stress, paura, isolamento sono fattori che debilitano la persona portandoci a stati d’ansia e preoccupazione prolungati nel tempo che possono sfociare in attacchi di panico.
Ciò accade in maniera decisamente più frequente quando si è stati colpiti direttamente dalla malattia, ma secondo uno studio italiano, questa condizione di debilitazione psicologica lascerebbe degli echi anche dopo aver sconfitto la malattia.
Il forte riverbero dei messaggi mediatici, l’isolamento e la mancanza o addirittura il divieto di avere contatti creano una condizione di estrema fragilità che apre le porte alla paura…al panico.
Durante i colloqui spesso le persone ci raccontano del periodo di malattia come un tempo del “non tempo”, in cui sembra di essere sospesi ad un filo, dentro ad una bolla che ci separa dai contatti con i nostri cari.
Momenti difficili, di estrema stanchezza, in cui spesso la lucidità mentale viene fortemente minata da pensieri negativi.
Purtroppo anche dopo molto tempo dopo la guarigione gli strascichi si fanno sentire fino a diventare veri e propri attacchi di panico che rendono difficile il lento ritorno alla nosrmalità.