14 Maggio 2020
Che cos’è l’ictus?
L’ictus cerebrale (termine latino che significa “colpo”) è la più frequente malattia neurologica ed è causato dall’improvvisa chiusura o rottura di un’arteria, con conseguente danno alle cellule cerebrali.
Esistono due tipi di ictus: ischemico (dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale) o emorragico (dovuto alla rottura di un’arteria cerebrale).
Nel caso di ischemia cerebrale le cellule che prima venivano nutrite da quell’arteria subiscono un infarto e muoiono.
Questo tipo di danno cerebrale rappresenta l’85% di tutti i casi di ictus.
Un’arteria si può chiudere perché al suo interno si forma un coagulo che va a bloccare definitivamente un’irregolarità della parete dell’arteria stessa (si parla in questo caso di trombosi cerebrale).
Può invece accadere che l’arteria venga raggiunta da coaguli partiti da lontano (emboli), di solito dal cuore o da placche delle arterie che portano sangue al cervello (si parla di embolia cerebrale).
Nel caso dell’ictus emorragico, pari al 15% del totale dei casi, si ha un’emorragia cerebrale.
La causa più frequente è la pressione arteriosa troppo alta, che determina la rottura di vasi normali o malformati, detti aneurismi.
Come si manifesta?
L’ictus, quindi, consiste in un’improvvisa interruzione del flusso sanguigno arterioso (ricco di ossigeno) in una specifica area del cervello che va incontro a sofferenza, perdendo in parte o completamente le sue funzioni (movimento di un arto, linguaggio, vista, …).
I segni e i sintomi di un ictus possono variare da persona a persona, ma solitamente hanno un esordio improvviso e, poiché diverse parti del cervello controllano differenti parti del corpo, i sintomi dipendono dall’area colpita e dall’entità del danno.
I più comuni sono:
- muscoli del viso cadenti da un lato (la persona potrebbe non essere in grado di sorridere e la bocca e/o le palpebre potrebbero essersi abbassati),
- incapacità o limitazione dei movimenti ad un braccio (o completa paralisi di un lato del corpo),
- linguaggio confuso e difficoltà di comprensione.
Quali persone vengono colpite?
In Italia l’ictus rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore e i tumori.
Colpisce quasi 200.000 persone ogni anno, di cui il 10-20% muore entro un mese e un altro 10% muore a causa delle complicazioni che insorgono entro un anno.
Tra i sopravvissuti invece la lesione al cervello porta allo sviluppo di numerose conseguenze, che potrebbero essere permanenti.
Nello specifico:
- il 75% viene colpito da una qualche forma di disabilità,
- il 37% ha disabilità così gravi da perdere l’autosufficienza,
- il 25% guarisce completamente.
Il fenomeno è in costante crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Il tasso di prevalenza di ictus nella popolazione anziana italiana (età 65-84 anni) è del 6,5%, leggermente più alta negli uomini (7,4%) rispetto alle donne (5,9%).
L’incidenza dell’ictus aumenta progressivamente con l’età raggiungendo il valore massimo negli ultra-ottantacinquenni.: il 75% degli ictus, quindi, colpisce i soggetti di oltre 65 anni.
Tuttavia, l’ictus non è solo una malattia dell’anziano.
Esistono infatti anche casi definiti “ictus giovanile” che colpisce persone con età inferiore a 45 – 50 anni.
Come abbiamo detto, in Italia si verificano ogni anno 200.000 nuovi casi di ictus, di questi circa 10.000 riguardano soggetti con età inferiore ai 54 anni.
Trattandosi poi di soggetti in età lavorativa, le conseguenze in ambito familiare e sociale sono ancora più rilevanti.