26 Giugno 2020

Lo sapete che i campanelli d’allarme che caratterizzano una difficoltà nell’apprendimento sono molteplici e non riguardano solamente la lettura la scrittura e il calcolo?

Alcune problematiche sono più specifiche e rilevabili principalmente dagli insegnanti durante le attività scolastiche, ma altre sono ben visibili a voi genitori nel quotidiano e sono di particolare importanza perché osservabili fin dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia.

Risulta fondamentale quindi osservare attentamente il bambino a scuola e a casa nell’acquisizione di tutte quelle competenze e abilità di base che rappresentano i pre-requisiti fondamentali degli apprendimenti successivi (memoria, linguaggio, percezione visuo-spaziale, attenzione).

Imparare a riconoscere la presenza di questi elementi significa poter anticipare l’età di segnalazione, quindi di presa in carico e di intervento, aumentando la probabilità che le difficoltà si ridimensionino in futuro e riducendone l’impatto negativo sulla vita e sul percorso scolastico del bambino.

Vediamo insieme quindi quali sono le aree fondamentali di osservazione per voi genitori nel quotidiano.

LINGUAGGIO

Un fattore molto importante da osservare è, per esempio, lo sviluppo del linguaggio, sia in comprensione che in produzione, il cui ritardo è un forte e precoce indicatore di un possibile sviluppo di disturbo.

E’ stato, infatti, dimostrato in ricerche longitudinali condotte su bambini dislessici che le difficoltà scolastiche risultano notevolmente ridotte se i fattori di rischio sono individuati già nella scuola dell’infanzia e se si interviene precocemente con interventi preventivi di potenziamento e consolidamento delle abilità carentI.

“Per insegnare a leggere e a scrivere bisogna prima occuparsi del linguaggio parlato invece che di quello scritto PERCHÉ lettura e scrittura rappresentano la parola orale

CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO TEMPORALE E VISUO-SPAZIALE

Un’altra importante difficoltà tipica e legata ai processi che coinvolgono il ragionamento astratto è legata all’orientamento nello spazio e nel tempo: per esempio non conoscere i concetti topologici come dentro/fuori o sopra/sotto ecc, all’età di 4 anni e mezzo può essere un chiaro segnale di alcune difficoltà specifiche di apprendimento (così come se a fine della prima primaria il bambino ha ancora problemi nel ricordare delle sequenze, come per esempio le stagioni o i giorni della settimana).

Oppure se all’età di 6 anni via accorgete che il vostro bimbo non riesce a distinguere presente, passato e futuro quando racconta qualcosa.

MEMORIA

Seppur ovviamente all’età di 5 anni i processi di memoria non abbiano ancora completato il loro sviluppo,  possiamo comunque osservare se sono presenti delle difficoltà specifiche dei processi di memorizzazione e delle sequenza: imparare il nome dei colori, brevi filastrocche e canzoncine, saper elencare (e riconoscere) i numeri fino al 10 in modo automatico.

CAPACITA’ MOTORIE E PERCETTIVE

Questo tipo di difficoltà sono rilevabili soprattutto nel quotidiano ad esempio, potreste notare che ci sono dei problemi nel vestirsi, nell’allacciarsi le scarpe e in molti altri compiti che richiedono abilità così dette fino-motorie; spesso inoltre il bimbo potrebbe apparire poco coordinato e goffo nei movimenti quando gioca o è impegnato in attività sportive oppure quando è impegnato nel disegno e nel colorare all’interno di margini.

Cosa puoi fare a casa?

Se sei un genitore e noti, osservando tuo figlio piccolo nella quotidianità, alcuni dei campanelli d’allarme scritti sopra, puoi sostenere e potenziare alcuni dei prerequisiti utili consolidare le capacità carenti con dei giochi divertenti e molto semplici.

Questi giochi sono molto amati dai bambini che spesso richiedono poi di riproporli non solo a casa, ma anche all’infanzia o in altri contesti. Eccone alcuni:

Arriva una nave carica di …

“Arriva una bastimento carico di S!”. Alcuni dei nomi possibili possono essere: sedia, sole, scuola, serpente, etc.

Questo gioco è molto conosciuto e può essere fatto in qualsiasi luogo perché non necessita di materiali particolari.

Ad ogni turno di gioco si sceglierà una lettera con cui giocare, la si dichiara e… inizia il divertimento: i bambini e genitori dovranno trovare, a turno, tutti i nomi possibili che iniziano con quella lettera. Il turno può concludersi in vari modi: allo scadere di un tempo prestabilito; quando, con le eliminazioni, rimane una sola persona in gioco; quando si riescono a dichiarare un numero scelto di parole (ad esempio 10).

In questo semplicissimo gioco state stimolando la capacità del bambino di accedere al lessico, quindi il suo vocabolario interno, ma anche la memoria e il linguaggio.

Strega tocca oggetto

Questo gioco richiede uno spazio in cui ci siano molti oggetti attorno ai bambini.

La protagonista del gioco è una strega (o un mago, o qualsiasi altro personaggio piaccia ai bambini) molto smemorata che non si ricorda mai i nomi degli oggetti.

La strega ha bisogno quindi di aiuto e lo chiede ai bambini. Il genitore (che impersonifica la strega) inizia il turno di gioco dicendo: “sto cercando una cosa per la mia pozione magica, ma non mi ricordo il suo nome.

Mi ricordo solo che inizia con il suono L”.

A questo punto i bambini sono liberi di muoversi per la stanza e andare alla ricerca di oggetti che iniziano con quella lettera.

Finito il turno di gioco, si comincia con un altro.

Se i bambini hanno voglia possono, a turno, prendere il posto della strega e scegliere loro il suono con cui giocare!

Varianti

  • Si può giocare utilizzando non un singolo suono, ma una sillaba (ad esempio “Cercate un oggetto che inizi con il suono MA”).
  • Si può giocare spostando l’obiettivo da quello di allenamento linguistico ad uno spaziale. Ad un esempio: “La strega sta cercando un oggetto che si trova più in alto/basso del tavolo” oppure “la Strega sta cercando un oggetto che si trova vicino/lontano dalla sedia”.
  • Come il precedente punto, andando però ad aggiungere caratteristiche rispetto a ciò che viene cercato (grande/piccolo, colore, forma, etc).

Muoviti a ritmo

Questo è un gioco fisico e richiede la presenza di uno spazio adeguato per muoversi.

Il genitore, munito di uno strumento che possa dettare un ritmo (un tamburo, le mani, uno xilofono, etc.) inizia a creare un ritmo che manterrà costante per alcuni minuti.

Il bambino dovrà muoversi liberamente nella stanza tenendo il tempo in qualche modo (potrebbe essere battendo le mani, sbattendo i piedi a terra, facendo un salto ad ogni battito, etc.).

Anche in questo caso i ruoli tra adulto e bambino possono essere invertiti.

Provate a lasciare il tamburo nelle mani dei bambini: il divertimento è assicurato perché… tenere il tempo da loro proposto non è per niente facile (provate se non ci credete, le risate sono assicurate)!

E se…Passa il tempo ma le difficoltà persistono?

Innanzitutto è molto importante sapere che i bambini che presentano queste difficoltà possono ampiamente migliorare.

Bisogna per prima cosa trovare un professionista in grado di identificare i reali punti di forza e di debolezza del bambino per poi andare a strutturare un intervento mirato.

In questo modo il bambino può affinare le sue abilità o acquisirne di nuove e ottenere grandi successi nel suo percorso di apprendimento.

Ovviamente, ricordiamo che tali difficoltà non costituiscono un indice diagnostico ma sono degli indicatori di una difficoltà del bambino che se adeguatamente e precocemente presa in considerazione in moltissimi casi è migliorabile!

Moltissimi studi hanno dimostrato che, per molte difficoltà che emergono in età evolutiva, tanto più la presa in carico e l’intervento cominciano precocemente, tanto più è possibile orientare il quadro del disturbo verso un’evoluzione positiva.

Più tempo passa senza che le difficoltà vengano riconosciute e affrontate, più si rischia che il disturbo si stabilizzi e divenga “resistente” al cambiamento rendendo più difficile sia ridurne l’entità che limitarne l’impatto sulla vita del bambino.

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