6 Maggio 2019

Il gioco è lo strumento principale attraverso il quale il bambino esprime la propria identità e sviluppa le proprie conoscenze.
Molti studiosi hanno dimostrato come il gioco libero e socializzato sia fondamentale nello sviluppo delle capacità cognitive, creative e relazionali.
Il gioco è lo strumento principale attraverso il quale il bambino esprime la propria identità e sviluppa le proprie conoscenze.
Molti studiosi hanno dimostrato come il gioco libero e socializzato sia fondamentale nello sviluppo delle capacità cognitive, creative e relazionali.
Fin dai primi mesi di vita il bambino inizia a giocare, in parte spontaneamente e in parte perché molto sollecitato da ambiente e adulti.
Fino ai 2 anni di età le abilità cognitive coinvolgono azioni sensoriali e motorie dirette e immediate.
I giochi che sviluppano tali abilità sono, ad esempio, i sonagli, gioco del cucù o sparizione di oggetti, giochi musicali, giochi con la sabbia o acqua.
Un’ importanza particolare è ricoperta dal gioco alla scuola dell’infanzia in quanto contribuisce allo sviluppo cognitivo, sociale, motorio e linguistico dei bambini.
Giocare con la plastilina, disegnare, giocare con pupazzi o bambole sono tutte attività che incoraggiano la creatività, l’immaginazione e l’espressione delle emozioni.
Il gioco del “fare finta”, inoltre, è essenziale per lo sviluppo socio-emotivo del bambino.
I LEGO, le costruzioni e i puzzle aiutano a riconoscere le diverse forme e le loro dimensioni, a mettere gli oggetti in ordine e a sviluppare il pensiero logico.
I giochi più dinamici,come giocare con la palla, correre e arrampicarsi sono attività che favoriscono lo sviluppo fisico e aiutano a ottimizzare la coordinazione motoria.
Gli studiosi ci dicono che:
Secondo Piaget (1959), l’attività ludica orienta verso uno sviluppo completo dell’individuo poiché facilitala socializzazione,grazie a giochi a carattere comunitario e all’ insegnamento del rispetto delle regole, e lo sviluppo dell’intelligenza,attraverso diverse fasi cognitive.
Ad un livello educativo-didattico, il gioco, se significativo (Nelle Drew, 2013), rende i bambini attivamente partecipi rispetto all’ascolto passivo di una lezione.
Il ruolo dell’adulto, nel cosiddetto “guided play” è fondamentale (Skolnik Weisberg et al., 2013).
Benché l’attività rimanga incentrata sul bambino, il gioco viene introdotto e sollecitato dall’ adulto, questa tipologia di gioco si differenzia, naturalmente, dal gioco scelto liberamente dal bambino, che potrebbe non avere alcuno scopo didattico, ma anche dall’ insegnamento diretto, durante il quale l’alunno tende ad essere passivo e a distrarsi maggiormente.
I giochi con le regole (scacchi, dama, Cluedo), aiutano a far rispettare i turni, a condividere le esperienze e a socializzare con gli altri.
Il gioco risulta essere un’esperienza coinvolgente e ricca di stimoli, capace di catturare l’attenzione, attivare e motivare anche i bambini con maggiori difficoltà,accompagnandoli nell’ acquisizione di conoscenze, strategie e competenze.
Inoltre può contribuire ad arricchire l’apprendimento e a sviluppare competenze indispensabili per la vita di tutti i giorni.

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