1 Luglio 2020
L’impotenza appresa è un concetto relativamente nuovo nell’ambito della psicologia.
Tuttavia, a causa della sua importanza in disturbi importanti come la depressione, ormai viene sempre più preso in considerazione.
Nella nostra storia di apprendimenti, alcune vicissitudini ed esperienze posso portarci ad auto-convincersi di non possedere mezzi sufficienti per affrontare un problema o difendersi.
Le conseguenze dell’impotenza appresa possono riguardare determinati ambiti specifici o possono toccare l’individuo più globalmente.
I ricercatori Overmier e Seligman sono stati i primi a parlare di questo concetto.
I loro studi misero in evidenza come gli animali, una volta appreso di non poter controllare una determinata situazione, rivolgevano la loro attenzione altrove, dimostrando disinteresse per il compito che inizialmente aveva loro suscitato desiderio.
Nella nostra storia di vita può succedere che un evento specifico (ad esempio un’esperienza traumatica) o il perpetuarsi di episodi o situazioni fuori dal nostro controllo ci conducano a definirci come privi di possibilità di scelta (non avevo alternative, non c’è nulla che posso fare per cambiare la situazione), o di contro che ci ostiniamo a voler tenere sotto controllo tutto e tutti per evitare di trovarci nuovamente in balia degli eventi.
Nascono da questa autoattribuzione di impotenza molte delle sindromi da “abbandono dei propri obbiettivi e disinteresse per la vita” (depressione) e delle sindromi da ipercontrollo (ansia, disturbi possessivi).