17 Aprile 2020
COS’E’ E COME FUNZIONA L’ANSIA
Il primo passo verso la gestione dell’ansia è conoscerne i meccanismi di azione e mantenimento.
Una delle funzioni del counseling psicologico è proprio quella di offrire alla persona una spiegazione chiara di ciò che le sta accadendo.
Questa psico-educazione consente a chi soffre d’ansia a) di sentirsi meno smarrito e in balia di una forza incontrollabile, b) di iniziare a fare le proprie riflessioni e attribuire dei significati a ciò che sta vivendo.
Di seguito quindi troverete una descrizione di che cosa è l’ansia, che circuiti cerebrali sono coinvolti e come si auto-alimenta.
- CHE COS’E’ L’ANSIA?
La parola ansia deriva dal termine latino anxius che significa affannoso, inquieto, a sua volta derivato da angere, che vuol dire stringere, soffocare.
È esperienza comune infatti di chi soffre d’ansia percepire un’iperattivazione neurovegetativa, con palpitazioni, tachicardia, ipersudorazione, spasmi alla gola, dispnea, vertigini, bisogno frequente di urinare, sintomi gastroenterici, insonnia con difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti e tensione motoria, tremori, irrequietezza, agitazione, facilità a sussultare, contratture muscolari, cefalea tensiva.
A questi sintomi fisici il nostro cervello associa l’esperienza di soffocamento o pericolo causando una paura “esagerata” rispetto alla pericolosità effettiva della situazione che stiamo affrontando.
- ANSIA e PAURA
L’ansia e la paura sono due reazioni emotive simili nella loro manifestazione fisiologica (attraverso sintomi fisici quali tachicardia, respirazione affannosa, sudorazione, senso di nodo alla gola, ecc.), ma differiscono sostanzialmente perché:
- la paura è una reazione emotiva ad un pericolo reale.
- l’ansia è una reazione emotiva ad un pericolo percepito.
La paura:
La paura è una risposta mirata, diretta ad un evento o un oggetto specifico, e la persona ne è consapevole.
Nel momento in cui percepiamo un pericolo proviamo paura, il sistema simpatico si attiva e prepara il corpo alla modalità di attacco e fuga che aumenta l’afflusso di sangue ai muscoli, il cuore inizia a battere più forte e più veloce, le vene si contraggono ed aumenta la pressione sanguigna,
i bronchi si dilatano ed aumenta anche l’ossigenazione, contemporaneamente viene rallentata la digestione, ecc., il corpo ora è pronto a colpire o a scappare.
Dal punto di vista neurofisiologico il circuito nervoso che governa questa risposta immediata è la cosiddetta “via bassa della paura” individuata dal neuroscienziato LeDoux secondo la quale lo stimolo riconosciuto come minaccia dal talamo sensoriale attiva immediatamente l’amigdala (sede delle nostre emozioni) con conseguente risposta emotiva e comportamentale.
E l’ansia?
Lo stesso LeDoux ha individuato un’altra via della paura, la via alta, una strada per così dire più evoluta e molto più utilizzata dall’uomo moderno.
Essa implica che lo stimolo minaccioso venga elaborato dalla corteccia occipitale e parietale (dove risiedono le nostre convinzioni, i nostri ricordi, le nostre idee) prima di raggiungere l’amigdala.
Durante questo percorso quindi lo stimolo viene elaborato “cognitivamente”, subisce cioè una valutazione personale sulla reale pericolosità dell’evento/oggetto.
È durante questa valutazione personale che possono interfacciarsi pensieri, idee prevalenti, credenze, vissuti passati che possono farci leggere una situazione, anche banale, come estremamente minacciosa per noi generando una risposta emotiva, fisiologica e comportamentale analoga a quella della paura.
Ci troviamo difronte ad uno stato d’ansia incontrollabile.
- ANSIA SANA E ANSIA PATOLOGICA
Tutti noi utilizziamo la “via alta della paura”, per cui nessuno è immune da ansie.
Pensiamo ad esempio a quando abbiamo affrontato un esame, o abbiamo presentato un progetto al capo, o abbiamo fatto un colloquio di lavoro: le mani sudano, il battito cardiaco aumenta, la voce ci trema e la salivazione si azzera. Siamo in ansia.
Cosa ha fatto percepire quell’esame, quel capo, quell’esaminatore come minaccia?
I nostri pensieri! “non so se sono sufficientemente preparato, vedrai che mi chiederà proprio l’argomento che so di meno; forse non sono all’altezza, e se ho dimenticato qualcosa?; Mi hanno detto che è un tipo lunatico speriamo che oggi non abbia la giornata storta, e se gli sto antipatico?…” questi pensieri arrivano all’amigdala e allora il cuore accelera, le mani sudano e la voce trema.
Bene, ora immaginate che al posto dei pensieri prima descritti nella vostra testa ci siamo i seguenti: “ho studiato, ma non so nulla; nessuno passa mai questo esame la prima volta, figurati se lo passo io; come sempre verrò giudicato non per quello che so, ma per come mi presento; ho dimenticato il mio portafortuna quindi andrà male; come sempre ho fatto il passo più lungo della gamba, ma chi credo di essere?
Me lo diceva sempre anche mio padre…” questi pensieri arrivano all’amigdala e allora il cuore batte all’impazzata, tutto il corpo inizia a tremare, non riesco a proferire parola, mi sembra di svenire, mi manca il fiato, ho bisogno di aria, ma non riesco a muovermi…
Siamo in panico e in un assoluto stato di incapacità di agire.