16 Giugno 2020

UNA STORIA LUNGA 40 ANNI

1984: lo psicologo americano Craig Broad introduce il termine Techno stress nel suo libro “Technostress: the human cost of computer revolution”.
 
Lo psicologo faceva riferimento per la prima volta allo stress legato all’uso delle tecnologie e al loro impatto a livello psicologico.
 
Nella definizione di Broad, il Tecnostress era il disturbo causato dall’incapacità di gestire le moderne tecnologie informatiche (computer e software).
1997: gli psicologi americani Larry Rosen e Michelle M. Weil nel libro “TechnoStress: coping With Technology, frutto di una ricerca durata 16 anni, ampliano il significato di Tecnostress indicando “ogni impatto o attitudine negativa, pensieri, comportamenti o disagi fisici e psicologici causati direttamente o indirettamente dalla tecnologia”.

Anni 2000: il termine Technostress si collega sempre più al concetto di “information overload” ovvero il sovraccarico di informazioni in cui gli individui sono immersi e che viene assorbita e gestita quotidianamente comportando un sovraccarico cognitivo.
La Rete Internet si è trasformata nello strumento universale d’informazione e la tecnologia digitale è diventata di uso comune grazie all’avvento di smartphone, tablet, connessioni Wi-Fi e tv digitale.
 
Un altro elemento che ha favorito l’insorgere del Tecnostress, sia nell’ambito lavorativo che in quello personale e relazionale, è il ruolo della tecnologia mobile che ha permesso un uso costante dei flussi informativi SENZA VINCOLI DI SPAZIO E TEMPO.

COMMISTIONE CASA-LAVORO, ON-LINE E OFF-LINE

In questo ultimo periodo la necessità di attivare lo smartworking e la didattica a distanza ha provocato un’allarmate perfusione della vita lavorativa all’interno della vita personale.

Ogni persona può lavorare o essere contattata in qualsiasi momento e in ogni luogo. 

Così come la vita off-line è stata resa possibile solo dall’on-line, pensiamo alle relazioni sociali con amici e parenti, ma anche gli acquisti, l’attività sportiva, i trattamenti psicologici.

Gli individui dell’era attuale sono proiettati in un tempo sferico che non ha inizio né fine, dove gli aspetti della vita professionale e personale si fondono in un flusso unico di rappresentazioni e contenuti digitali.

L’IMPATTO NEURO-PSICOLOGICO

Quando il cervello riceve l’informazione, essa corrisponde a livello psichico ad un input mentale: questo richiede una risposta che si traduce in attivazioni di connessioni neuronali.

Quando gli input sono molti e costanti, come avviene nel sovraccarico informativo e nella gestione di più device digitali, si verifica uno stato di allarme e stress, ovvero una risposta anomala (psichica e fisica) del corpo che si manifesta con un’intensa produzione di adrenalina.

In questa condizione si attivano disturbi a livello cardiocircolatorio, psichico e neurologico.

LE CONSEGUENZE PSICHICHE: ANSIA E RABBIA 

I tempi indotti dalla tecnologia che evolve troppo rapidamente non si adattano al percorso di apprendimento ontogenetico degli individui, per questo si sviluppa una pressione psicologica caratterizzata da disagio e frustrazione.

Già nella definizione di Broad veniva fatto riferimento a determinati sintomi da ricondurre alla sindrome del Tecnostress come ansia, affaticamento mentale, depressione, incubi notturni; in particolare, molte persone erano soggette a frequenti attacchi di rabbia e frustrazione per gli “intoppi” tecnici dei device e dei software e per la velocità con cui sopraggiungono notifiche e richieste.

I SINTOMI DEL TECHNO-STRESS

SINTOMI FISICI

  • Aumento della frequenza cardiaca
  • Disturbi cardiocircolatori
  • Disturbi gastrointestinali (colon irritabile, gastrite, reflusso)
  • Dolori muscolo-tensivi
  • Formicolii agli arti
  • Ipertensione
  • Insonnia e alterazioni del ritmo-sonno veglia
  • Mal di testa
  • Stanchezza cronica
  • Sudorazione
  • Dolore cervicale
  • Disturbi ormonali e mestruali nella donna
  • Disturbi della pelle causati dallo stress (psoriasi, dermatiti)

SINTOMI PSICHICI (COMPORTAMENTALI E COGNITIVI)

  • Irritabilità
  • Depressione
  • Alterazioni comportamentali
  • Calo del desiderio sessuale
  • Crisi di pianto
  • Apatia

La sintomatologia ha una componente soggettiva ed ogni persona può sviluppare o meno determinati sintomi.

Il Tecnostress in uno stadio già avanzato procura molte ripercussioni, sia livello lavorativo che relazionale.

Sul lavoro si verificano amnesie e disturbi della memoria, condizioni che generano assenteismo, mancanza di motivazione e perdita di efficacia professionale.

Anche sul piano relazionale il Tecnostress ha una forte incidenza: il soggetto tecnostressato reagisce con l’isolamento e la chiusura emotiva, ha attacchi di rabbia, entra in conflitto con colleghi e famigliari.

Queste condizioni sfociano spesso in una sindrome da dipendenza da internet (IAD – Internet Addiction Disorder), disturbo che si intreccia con il Tecnostress.

COSA FARE PER PREVENIRE LA SINDROME DA TECNOSTRESS

Non si può certamente negare che l’avvento dello smartphone abbia comportato innumerevoli vantaggi e opportunità di lavoro, permettendo di gestire progetti e attività a distanza, migliorando la produttività personale, l’accesso a molteplici informazioni e creando nuove connessioni anche sociali eliminando il limite della distanza.

Il nodo centrale è la gestione di questi strumenti che deve essere consapevole e calibrato, per evitare di arrivare al dominio di un ininterrotto flusso digitale.

È bene pertanto:

  • stabilire i momenti in cui accedere a determinati fonti di informazioni: ad esempio: quando leggere le mail di lavoro e quando quelle personali, quando guardare i social e quando dedicarsi alle relazioni off-line
  • dividere i canali personali da quelli professionali: profili social differenziati, indirizzi mail differenziati…
  • darsi un limite: al termine dell’orario lavorativo chiudere i contatti professionali; mentre si è in famiglia o tra amici allontanare fisicamente dal proprio campo visivo i device
  • rendere pubblica la vostra disconnessione: avvisare clienti che risponderete solamente in orari lavorativi, parimenti, avvisare amici, familiari e chat varie che risponderete ai messaggi solamente al di fuori degli orari lavorativi. Il fatto di sapere che gli altri sono a conoscenza di questi limiti ci renderà più sereni nel rispettarli e consapevoli del fatto che se c’è qualcosa di urgente devono telefonarci;
  • impostare la schermata del cellulare sulla “scala di grigi”: non avere i colori sullo schermo ci consente di venire meno attirati da esso
  • dedicare del tempo ad attività manuali e sport
  • dedicare ogni giorno 10-20 minuti ad esercizi di mindfulness o altra pratica di consapevolezza della propria presenza mentale e fisica
  • controllare su “impostazioni” la voce “benessere digitale”: a fine giornata diventiamo consapevoli di quanto tempo abbiamo trascorso on line, di quante volte abbiamo sbloccato il telefono e quante notifiche abbiamo ricevuto… riflettiamo e domani…eliminiamo!

Se hai bisogno di una guida o un aiuto rivolgiti ai nostri psicoterapeuti.

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