7 Febbraio 2022
Dare priorità al sonno presenta sfide uniche per ognuno di noi.
Se si ha la sensazione di non dormire bene, di svegliarsi spesso, di addormentarsi a fatica o di sentirsi sempre stanchi anche durante il giorno, si potrebbe soffrire di un disturbo del sonno.
L’insonnia è associata a compromissione del funzionamento sociale, ansia, ritardo nel recupero da malattie acute, depressione e molti sintomi fisici non specifici (Luthe & Schultz, 1969; Morgan,2008). Pertanto, è costoso sia finanziariamente sia nel suo impatto sul benessere fisico e psicologico (Chilcott & Shapiro,1996; Szuba, Kloos & Dinges, 2003).
Qui entrano in gioco le potenzialità del training autogeno.
Tra i vari benefici infatti, vi è anche quello di migliorare in modo considerevole la qualità del sonno della persona.
Il TA migliora:
- la latenza del sonno
- la durata
- l’efficienza
- riduce l’assunzione di farmaci, le disfunzioni diurne, l’ansia e la depressione (Nicassio & Bootzin, 1974; Coursey, Frankel, Gaarder & Mott, 1980; Stam & Bultz, 1986; Wright, Courtney e Crowther2002; Hidderley & Holt, 2004)
Il training autogeno è stato sviluppato per la prima volta nel 1932 dallo psichiatra tedesco Johannes Heinrich Scultz dopo aver notato precise descrizioni fisiologiche dei pazienti durante l’ipnosi.
Da allora, la tecnica si è evoluta e, sebbene l’esatto meccanismo non sia completamente compreso, numerosi studi hanno scoperto che il training autogeno riduce in modo misurabile lo stress.
Schultz ha notato che gli individui sottoposti a ipnosi sono entrati in uno stato rilassato in cui hanno provato sentimenti di pesantezza e calore, e ha cercato di ricreare quello stato nelle persone per ridurre la tensione e l’ansia.
Il training autogeno funziona attraverso una serie di autoaffermazioni sulla pesantezza e il calore in diverse parti del corpo.
Attraverso questo processo, viene indotto un effetto positivo sul sistema nervoso autonomo.
In particolare, dato che lo stato di rilassamento si colloca esattamente a metà tra la veglio e il sonno, viene anche denominato “l’anticamera dell’addormentamento” e crea dunque le basi per addormentarsi prima e più profondamente, risultando infine il sonno completamente ristoratore.