10 Agosto 2021
Le malattie cardiache e la demenza condividono molti fattori a rischio: ipertensione, diabete, ipercolesterolemia.
Tra i soggetti cardiopatici di età uguale o superiore a 75 anni, quasi il 60% ha un qualche tipo di deterioramento cognitivo.
Diventa quindi fondamentale una diagnosi precoce di declino cognitivo/demenza fatta da un esperto, in modo tale che il medico curante prenda tutte le precauzioni necessarie e prescriva tutte le analisi dedicate per prevenire e controllare eventuali cardiopatie.
Una storia clinica di infarto del miocardio è associata a un rischio di sviluppare demenza di tipo vascolare, seconda forma di demnza più diffusa dopo quella di Alzheimer, fino al 35% più alto rispetto alla popolazione normale: questo sarebbe il dato più significativo del più grande studio sul tema ad oggi intrapreso.
Parte dell’aumento del rischio dipende probabilmente dal fatto che l’infarto miocardico può portare a un danno della parete cardiaca tale da alterare la normale contrazione, se non addirittura la morfologia, del miocardio.
In questi punti di anormalità il flusso sanguigno risulta turbolento, favorendo la formazione di trombi dai quali si possono staccare emboli che, giunti nel circolo cerebrale, concorrono al danno di piccoli e grossi vasi cerebrali alla base della demenza di tipo vascolare.
Il legame tra cuore e circolo cerebrale è inoltre desumibile osservando che, in pazienti che hanno avuto un infarto, chi è stato sottoposto a procedure chirurgiche (bypass o pacemaker) è poi andato più facilmente incontro a demenza vascolare.
Verosimilmente il maggiore rischio è imputabile non tanto all’intervento in sé, quanto piuttosto al fatto che i pazienti per cui queste pratiche si sono rese necessarie avessero una compromissione vascolare maggiore.
Bisogna infine considerare che l’associazione tra infarto e demenza vascolare si estende anche a monte dell’infarto miocardico.
Fumo, diabete, obesità, ipercolesterolemia e ipertensione sono infatti fattori di rischio ben documentati per le patologie cardiovascolari, ma altrettanto evidente è il loro legame con la demenza vascolare.
Diventa quindi fondamentale una diagnosi precoce di declino cognitivo/demenza fatta da un neurologo esperto per poter gestire sia il declino cognitivo che gli aspetti legati all’apparato cardiocircolatorio.
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